Come posare il porfido: perché la posa è importante quanto il materiale
L’errore più grossolano che si possa fare nel contesto dell’architettura orizzontale è quello di considerare che le pavimentazioni siano il risultato della semplice somma algebrica dei due fattori principali: materiale e posa in opera. Ovvero di due componenti che tra l’altro spesso vengono considerate impropriamente in maniera disgiunta l’una dall’altra.
Del resto anche il più prestigioso dei materiali può essere svilito da un posatore inesperto. Un posatore competente e capace può fare la differenza e costituire il vero valore aggiunto anche utilizzando un materiale lapideo di modesta qualità.
Regole fondamentali
La realtà è che un pavimento in pietra non può essere considerato il semplice assemblaggio di operazioni disarticolate quanto piuttosto un sistema complesso, frutto di scelte logiche ispirate da un principio di coerenza esecutiva. Questa coerenza è capace di bilanciare in maniera equilibrata le diverse variabili che insistono in maniera altrettanto diversa sulle singole situazioni progettuali. Stiamo parlando di funzionalità, durabilità, requisiti tecnici ed ovviamente di estetica.
Ciò vuol dire che al pari di una costruzione verticale una pavimentazione non può prescindere da una cabina di regia che sappia programmare e soprattutto coordinare l’azione di tutti gli operatori coinvolti. Dai progettisti ai produttori ai fornitori e/o intermediari commerciali, dai costruttori ai posatori fino ai collaudatori, vanno pretese professionalità e competenza sempre all’altezza del ruolo e delle responsabilità in gioco.
Conoscenza del porfido
Se questa manca, il risultato sarà certamente mediocre. Ancor più con l’utilizzo del porfido stratificato, un materiale atipico dove la conoscenza della pietra, la tradizione, l’esperienza e la capacità lavorativa hanno sempre fatto la differenza. Questo è una garanzia per risultati di eccellenza o quantomeno di onorevole e rispettabile livello qualitativo.
Quando invece ciò non si verifica, viene azzerato il sacrosanto principio della soddisfazione del fruitore/committente, cioè del cittadino. Il pavimento, realizzato con materiali di seconda scelta e manodopera impreparata a basso costo, perde la sua connotazione identitaria. Risponde soltanto a logiche di mercato completamente stravolte, con massimo discredito per l’intero comparto della pietra.
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Strumenti per gli addetti ai lavori
Eppure gli strumenti per leggere ed interpretare la correttezza esecutiva e i requisiti che deve soddisfare una pavimentazione in porfido, di certo non mancano (Il Manuale del Porfido; La posa in opera del porfido – regole e consigli pratici; Atlante della pietra Trentina; Norma Uni 11322, UNI 11714-1:2018).
Posa in opera
In questa sede ci si propone di contribuire alla costruzione di un quadro informativo/comparativo che oltre a fare emergere circostanze paradossali ed evidenti, possa fare luce anche sugli aspetti di dettaglio imprescindibili per un’opera in porfido e che troppo spesso sfuggono all’attenzione dei non addetti ai lavori.
Pavimento ad archi contrastanti eseguito nel pieno rispetto delle regole costruttive, anche la pulizia finale dei cubetti è stata eseguita correttamente.
Caos totale, incapacità di gestire il cambio di direzione; fughe fuori misure, materiale di pessima qualità
Posa in opera di porfido per il pavimento ad archi contrastanti con materiale di pessima qualità: sviluppo archi random con negazione regole per la posa in corrispondenza dei lati di contenimento
Sviluppo di arcate regolare con perfetta gestione della rastremazione e/o allargamento fuori squadra delle arcate, controllo delle dimensioni medie delle fughe e pulizia sigillatura che consente la lettura di tutte le cromie tipiche del porfido trentino
Pavimentazione in lastre irregolari impresentabile sotto ogni singolo aspetto costruttivo, dalla distribuzione delle fughe, al mancato incastro degli elementi, fino alla sigillatura che copre ogni singola lastra in porfido, annullando i colori in maniera irreparabile anche ricorrendo ad acido, usato in casi particolari, per la pulizia del porfido
Pavimentazione con posa di cubetti in porfido a coda di pavone in due colori, perfettamente eseguita con corrispondenza tra ogni singola arcata e i cubetti di riempimento
Un pessimo tentativo di riempimento dell’area circostante un chiusino, a mezzo piastrelle di porfido. Si intuisce che il posatore oltre a non disporre della capacità lavorativa di base, non aveva nemmeno gli attrezzi necessari per sagomare le figure perimetrali (disco diamantato; scalpello/giandino correttore, ecc.)
Conclusioni
La carrellata di immagini sopra riportata non è evidentemente esaustiva per illustrare quali e quanti errori possano essere commessi nell’esecuzione di una pavimentazione in porfido. Tuttavia le foto molto meglio che le parole possono fare capire l’importanza del supporto tecnico e conoscitivo che i produttori seri di porfido possono fornire al progettista o al semplice consumatore privato, già in sede di preventivo e pianificazione del lavoro.
Italporphyry è a disposizione per qualsiasi problematica di carattere tecnico, normativo e/o di messa in opera, ma anche per dispensare semplici e utili consigli.